Abati Antonio - 1673 - Delle frascherie di Antonio Abati fasci tre by Abati Antonio

Abati Antonio - 1673 - Delle frascherie di Antonio Abati fasci tre by Abati Antonio

autore:Abati Antonio [Abati Antonio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Classici
Google: LWx__dM53RIC
editore: per li heredi Sardani
pubblicato: 1673-03-14T23:00:00+00:00


Amico.

Difficilem est Satyram non scribere, nam quis iniquæ.

Tam patiens urbis; tam ferreus, ut teneat se?

Momarte, venuto poc’anzi d’Europa, non s’era ancor fatto conoscitore de gl’Effesij costumi: onde fra le curiose dimostrationi di Ticleue, e le confuse maraviglie di lui s’udì tra loro in Dialogo un Satirico Sermone di tal tenore.

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I L C O R S O

S A T I R A .

Fra Ticleue, e Momarte.

Ticleue.

Mida ha d’Asin l’orecchie, e da qual pianta

Spuntò la nuova? da una canna, hor come

Potrà Bocca tacer, se Canna canta?

Non può tacere il Tosator di chiome

Questo Gener d’orecchie, onde sotterra Ne pianta il Verbo , e poi ne spunta il Nome.

Ogni colpa mortal, che in noi si serra,

Qual Radice da suol, spunta i germogli;

È una pianta il Peccato, e noi siam terra.

Per publicar gli stupratori orgogli

Di Tereo infame, a muta Filomena,

È pena un Ago, e son le tele i fogli.

Io mi sento morir, crepar di pena,

Se col franco parlar non si disgrava

De le colpe non mie l’Alma ripiena.

Qui la mia libertà può far da brava,

Se colà sbraveggiar suole il Decoro,

Qui può farsi un Capello, e là si cava,

Qui poss’io mormorar: che se nel Foro

Voglio tal’hor cantar d’Orlando ai vivi,

Per man di Ferraù piango, e mi moro.

Io non son huom da mormorar de i Divi

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